Una delle nazioni dove la parità di genere è vanto, applica la sua uguaglianza in tutti gli ambiti… persino quando si tratta di igiene. Infatti se in Italia i bagni sono rigorosamente divisi tra uomini e donne in Svezia i bagni sono unici, per tutti, senza distinzione di genere.
Insegna usata per i bagni in comune \ Fonte: emaze.com
Una scelta che potrebbe sorprendere alcuni e far ridere altri. Ragionandoci su dal punto di vista pratico è una scelta indubbiamente vantaggiosa. Lasciando stare gli stereotipi di genere, nei luoghi pubblici la fila per il bagno delle femmine è sempre infinita mentre il bagno degli uomini è decisamente meno affollato. I maschi la fanno d’impiedi, non hanno borse nè mestruazioni a cui badare… mentre noi, povere creature, dobbiamo destreggiarci tra borse, fazzoletti, assorbenti e ci vuole una certa flessibilità ad accovacciarsi senza appoggiarsi sul bagno… magari il tutto con la porta con il lucchetto rotto. Non è uno scherzo, è la verità. Quindi a parità di bagni disponibili mettere insieme uomini e donne può portare ad un bilanciamento che porterebbe ad una fila “adeguata” con meno disagi per tutti… ovviamente nella speranza che qualche maschietto non faccia l’idrante. Ma in 8 mesi in Svezia non ho (quasi mai) trovato un bagno allagato di pipì. Forse le mamme svedesi dedicano più tempo all’addestramento del “tiro a segno” dei figli.
Mi dispiace dirlo ma credo ci sia solamente molto più rispetto ed educazione rispetto a noi.
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Anche io penso sia solo questione di maggior rispetto ed educazione. I maschietti allagano, ma vogliamo parlare delle donne che lasciano gli assorbenti in giro? 😱
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Vero. Ho visto degli orrori in certi bagni da mettersi le mani nei capelli. Si, è questione di educazione… e a quanto pare – soprattutto in Italia – manca un po’.
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Nella mia università (in Italia) i bagni erano misti. Non mi è chiaro se fosse perché era una facoltà prevalentemente maschile o perché erano stati così vandalizzati che i cartelli indicanti quali erano per maschi e quali per femmine sono spariti subito, insieme agli assi del cesso, le maniglie e i ganci (tutto il rubabile è stato rubato). I maschi la facevano sempre sul bordo, non c’era nessun asse da alzare, e io gli gridavo improperi ogni volta. Quindi posso confermare che è una questione di civiltà, ma che non ci arriveremo mai neanche se dovessimo unificare i servizi igienici nelle scuole.
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“. Non mi è chiaro se fosse perché era una facoltà prevalentemente maschile o perché erano stati così vandalizzati che i cartelli indicanti quali erano per maschi e quali per femmine sono spariti subito”…. ma era l’università di Arsenio Lupin? Incredibile! si, è sfortunatamente una questione di educazione… e finchè i genitori perdono il contatto con i figli con la scusa del buonismo allora si finisce così. Che tristezza.
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Quando io frequentavo l’università, l’edificio era in uso da almeno 10 anni per cui i primi che videro i presunti cartelli già erano laureati. L’informazione non si è tramandata. So che però dove c’erano gli uffici del personale avevano bagni separati.
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